Mi chiamo Daniela Mugelli, vivo tra le Crete senesi e Firenze (non nel mezzo, ma un po’ e un po’) e mi occupo di comunicazione ed editoria.
Ed è proprio realizzando un volume che ho incontrato il Crocifisso romanico di Abbadia San Salvatore, innamorandomene. Era il 2008 e curavo la collana dei Quaderni della Soprintendenza di Siena e Grosseto, pubblicando restauri e nuove visioni critiche del patrimonio artistico.
Già in fase di redazione il materiale fotografico del Crocifisso, prima e dopo il restauro, mi aveva colpito per l’enigmatica bellezza, ma è stato solo quando sono andata ad Abbadia, nell’Abbazia di San Salvatore, che ne ho subito una fascinazione totale.
Ricordo perfettamente la penombra, la scala maestosa per arrivare a trovarmi di fronte questa scultura lignea di dimensioni monumentali, un Cristo trionfante che ti guarda, interrogandoti, non piegato dalla morte né dalla sofferenza, ma vivo, fiero, implacabile. Un Cristo invincibile, quel Cristo la Tigre la cui venuta segna la poesia Gerontion di T.S. Eliot (…nell’adolescenza dell’anno venne Cristo la tigre…). Una scultura a cui ripenso spesso, nei momenti di difficoltà, a prescindere da credi e significati religiosi, proprio per il potente e straordinario valore simbolico: la vittoria della luce sulle tenebre e sulla morte.
Un incontro per me straordinario, in assoluto un mio ‘luogo del cuore‘ che vi invito a conoscere, impossibile rimanerne indifferenti.
Sempre in termini di sublime anche se di argomento più prosaico, per quanto riguarda la ricetta, sull’Amiata tornerei senza ombra di dubbio per delle straordinarie pappardelle fresche ai funghi che, così buone, si mangiano solo lì, e in cui si ritrovano pienamente gli odori e i sapori del bosco e della montagna.
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