Protetto dall’imponenza del Monte Amiata e accarezzato dalle brezze marine, troviamo una sommità che ha delle caratteristiche uniche: il Monte Labbro (a volte chiamato monte Labro). Si tratta di una montagnola che raggiunge solamente i 1193 metri ma che possiede, però, la tipica formazione a cono vulcanico. Nel suo punto più alto, vi è stata costruita una torre singolare.
Durante il medioevo era consuetudine costruire torri e roccaforti nella zona Amiatina in modo tale da avvistare al meglio eventuali attacchi e proteggere i villaggi (basti pensare a Rocca d’Orcia, Radicofani, Montalcino e molti altri ancora). Questa torre, però, possiede una storia diversa da tutte le altre. Prima di intraprendere questo viaggio, munitevi di scarpe da trekking o di una mountain bike, perché in tal modo potrete godere al meglio della natura che circonda il monte.
Il Monte Labbro fa parte della riserva naturale protetta amiatina. All’interno della riserva stessa si trova anche il parco faunistico. Il Monte possiede un fascino unico perché è completamente spoglio, arido, con bassa vegetazione, roccioso, e tutto ciò ci dà l’impressione di essere atterrati in un luogo lunare. In più, dalla cima, vi è un panorama incredibile il quale sembra avere come limite solamente la nostra immaginazione. Nelle giornate terse si è persino in grado di scorgere la Corsica.
Davide Lazzaretti
Il Monte possiede inoltre una certa rilevanza storica legata strettamente alla figura di Davide Lazzaretti, detto anche “Il Profeta dell’Amiata”. Davide, successivamente a delle visioni divine, intraprende la sua missione e fonda la sua comunità, detta giurisdavidica, proprio sulla cima del Monte Labro. Lassù vi costruisce infatti la torre giurisdavidica, l’eremo e altre strutture.
La sua comunità raccolse molti consensi perché era focalizzata sulla collettività stessa. Il sostegno vicendevole, l’uguaglianza dei componenti, la scuola per tutti i bambini (maschi e femmine) e la solidarietà sociale erano alla base del suo pensiero. Il movimento creato da Lazzaretti si estese ben oltre i confini montani e il “profeta” stesso scrisse libri e fece molti viaggi.
Successivamente ad alcuni scritti sullo spreco delle enormi ricchezze della Chiesa, Davide perse il consenso della Chiesa stessa e venne scomunicato, dopo essersi proclamato Cristo Duce e Giudice. Lazzaretti, per via delle sue visioni solidaristiche, veniva mal visto sia dallo Stato che dalla Chiesa e, sfortunatamente, venne ucciso da un colpo di fucile durante una processione dal Monte Labbro verso Arcidosso nel 1878.
C’è stata una rivalutazione del “profeta”, soprattutto per le sue visioni innovative sul miglioramento delle condizioni umane della comunità montana, e sono stati creati anche vari eventi al riguardo. Il più famoso è sicuramente quello di Simone Cristicchi, il quale ha decantato la “pièce” in tutta Italia. L’opera è chiamata “Il secondo figlio di Dio”.
Si nasconde quindi un aura di profetismo e di mistero nella isolata torre giurisdavidica. Percorrendo la strada che porterà gli avventurieri alla cima del Monte Labro, sarà come un susseguirsi di emozioni, di scorci mozzafiato, di momenti di apprendimento, di fatica e di gioia. Ma soprattutto, una volta raggiunta la croce in cima alla vetta, ci sarà una fusione tra terra, aria e mare, e lo sguardo volgerà, attonito, verso l’infinito.